giovedì 31 gennaio 2013

OGGI SARO' CONTENTO


POESIA DI UN RAGAZZO TROVATA IN UN GHETTO NEL 1941
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento
A che serve essere tristi, a che serve.
Perché soffia un vento cattivo.
Perché dovrei dolermi, oggi del domani.
Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole.
E non vi sarà ragione di tristezza.
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento
E ad ogni amaro giorno dirò
Da domani, sarò triste
Oggi no.

UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE


UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu

lunedì 28 gennaio 2013

PRIMA VENNERO


PRIMA VENNERO

"Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa."

Martin Niemoeller
Pastore evangelico deportato a Dachau

domenica 27 gennaio 2013

I BAMBINI DI TEREZIN

Terezìn, una fortezza vicino a Praga, dal 1942 al 1944 divenne ghetto dell'infanzia. Circa 15.000 bambini rinchiusi, strappati ai loro genitori, e sottoposti a un brutale regime di vita. Da Terezin furono poi deportati ad Auschwit e qui avvelenati o bruciati. Al momento della liberazione solo n centinaio di bambini erano sopravvissuti. Ci sono rimasti 4000 disegni e 66 poesie di quei bambini, ora esposti in un museo di Praga.


AUSCHWITZ - GUCCINI

Un omaggio del cantautore Francesco Guccini ai bambini morti ad Auschwitz

SHOA, CHE COSA FU

Oggi è la Giornata della Memoria: il 27 gennaio del 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz e fu noto a tutto il mondo quanto era accaduto fino a quel momento. Questa è una brevissima sintesi di come nacque e come si sviluppò il progetto di Hitler


martedì 22 gennaio 2013

RADICE; TEMA; DESINENZA IN LATINO


                                  RADICE – TEMA - DESINENZA

La radice è la parte comune di tante parole di significato diverso ma che risalgono ad una medesima origine, e che creano dunque una “famiglia”.
Per esempio la radice LAUD  ha dato luogo a varie parole:
1) Laus, laudis (la lode). Il nominativo LAUS viene da LAUDS, forma in cui cade la D.
Laudo  (io lodo)
Laudator (colui che loda)
Laudavi (io lodai)
Significato generale comune a tutta questa famiglia di derivati: lodare, apprezzare

2) La radice AM ha dato luogo a tutte queste parole:
amicus (l’amico)
amor (l’amore)
amare (verbo amare)
amicitia (l’amicizia)
Significato generale comune a tutta questa famiglia di derivati: affetto, legame, piacevolezza di relazione
Il modo migliore di imparare una lingua antica è quello di raggruppare insiemi di parole per  radici, perché, anche se non si conosce il significato delle parole, riconoscere la radice aiuta a capire a che campo semantico appartengono e quindi a ricostruirne il significato.


In che modo da una radice si creano poi le varie parole che a quella radice fanno capo? 
Creando vari TEMI
1) Se alla radice AM, aggiungo il suffisso -IC e la desinenza –US ottengo AMICUS
Quindi AMICUS = AM+IC+US
2) Invece se alla radice AM aggiungo il suffisso –IC già presente in “amicus”, e poi il suffisso –ITI e la desinenza A, ottengo AMICITIA
Quindi AMICITIA = AM+IC+ITI+A
Questi suffissi che vengono aggiunti alle radici per creare parole più lunghe e che restano comuni a queste parole, sono i TEMI

Per riassumere:  la parte che rimane invariata in tutte le parole che appartengono alla medesima famiglia si chiama RADICE (per esempio “AM” vista sopra)
La parte che rimane invariata in una parola lungo tutti i cambiamenti che questa parola ha nelle sue diverse variazioni si chiama TEMA (per esempio “AMIC” vista sopra)

Per creare temi nuovi, possiamo aggiungere alla radice suffissi (come in AM-IC) o anche solo una vocale.
ES: radice LAUD+vocale tematica A = LAUDA che è il tema del verbo “laudare”
ES: radice FACI +vocale tematica E = FACIE che è il tema della parola di quinta declinazione “facies, faciei”

DESINENZE
Le ultime lettera delle parole sono la parte mobile, quella che si modifica a seconda della sua funzione logica: non caratterizzano il significato profondo della famiglia cui appartengono, ma specificano solo il genere, il numero, il tempo verbale, ecc…la funzione logica che assumono quelle parole nel contesto di una frase.
Questa è la DESINENZA, dal latino “desinere = finire”


CONCLUSIONE
1) Nella parola LAUDAVI (io lodai = passato remoto) ho laud-a-vi :
LAUD  (radice) + A  (vocale tematica) + VI (desinenza che indica la 1^ persona singolare del passato remoto.)

2) Oppure, in POETAM (il poeta, accusativo di 1^declinazione) ho poet-a-m :
POET (radice) + A (vocale tematica) + M (desinenza dell’accusativo singolare di 1^ declinazione)

3) In AMICUS (l’amico, nominativo singolare di 2^declinazione) ho am-ic-us
AM (radice) + IC (suffisso tematico) + US (desinenza del nominativo singolare di 2^declinazione)



giovedì 17 gennaio 2013

LA DERIVA DEI CONTINENTI

...Per chi non avesse chiaro Wegener e il fenomeno della deriva dei continenti, questa spiegazione è imbattibile!!!!!


martedì 15 gennaio 2013

SHARBAT-LA RAGAZZA AFGHANA

Forse Laila di Mille splendidi soli era così?



La luce era morbida. Il campo profughi in Pakistan era un mare di tende. All' interno della tenda scuola fu la prima bambina ad essere notata. Percependo la sua timidezza, il fotoreporter Steve McCurry si avvicinò a lei, e solo all'ultimo momento le chiese se poteva scattare la foto. McCurry ricorda ancora la sua espressione. Quell'uomo era uno sconosciuto, e lei non era mai stata fotografata prima. E non lo sarà fino al successivo incontro, 17 anni dopo. Sharbat Gula non è stata più fotografata. Chi non ricorda i suoi disarmanti occhi verdi, spalancati, in quell'espressione mista tra paura, mistero, rabbia e voglia di riscatto?
"Non pensavo che la fotografia della ragazza sarebbe stata diversa da qualsiasi altra cosa che ho scattato quel giorno", dice McCurry, ricordando quella mattina del 1984, passata a documentare il calvario dei profughi dell'Afghanistan. Il ritratto di McCurry si rivelò essere una di quelle immagini che colpiscono al cuore, e nel giugno del 1985, fu stampata sulla copertina della rivista National Geographic. Quegli occhi sono di colore verde mare. In essi è possibile leggere la tragedia di una terra prosciugata dalla guerra, e sono divenuti noti in tutto il mondo grazie alla National Geographic come gli occhi della "ragazza afghana". Per 17 anni nessuno ha conosciuto il suo nome.
Nel mese di gennaio del 2002 il team della National Geographic e McCurry tornarono in Pakistan per cercare la ragazza dagli occhi verdi. Mostrarono l'immagine intorno a Nasir Bagh, il campo profughi ancora in piedi vicino a Peshawar, dove la fotografia era stata fatta. 

Quando la vide entrare nella stanza, pensò tra sé e sé: "E' lei". Il suo nome è Sharbat Gula, ed è pashtun, una tra le più note tribù guerriere afghane.
37-38 anni oggi.  "Ha avuto una vita difficile", ha detto McCurry. Consideriamo la situazione: ventitré anni di guerra, 1,5 milioni di morti, 3,5 milioni di rifugiati. Questa è la storia dell'Afghanistan dell'ultimo quarto di secolo o forse più, e nonostante adesso siamo nel 2009 non sembra che le cose siano cambiate. Dall’età di 13 anni Sharbat iniziò a vivere l'esistenza appartata seguita da molte donne islamiche fino alla fine della pubertà.
Ecco il resoconto nudo della sua giornata tipo. Si alza prima dell'alba e prega. Va a prendere l'acqua dal ruscello. cucina, pulisce, fa il bucato. Si prende cura dei suoi figli, sono al centro della sua vita. Robina ha 13 anni, Zahida ne ha 3, Alia è l'unico maschio. Una quarta figlia morì in tenera età. Sharbat non ha mai conosciuto un giorno felice, dice suo fratello, tranne forse il giorno del suo matrimonio. Suo marito, Rahmat Gul, è di costituzione leggera, con un sorriso come il bagliore di una lanterna al tramonto. Ricorda di essere sposato con lei da quando aveva 16 anni, con un unione combinata.
"Le donne spariscono in pubblico", dice lei. Per strada si indossa un burka color prugna, che mura le donne dall'esterno, dagli occhi di uomini diversi dai mariti. "E' una cosa bella da indossare, non una maledizione".
Infine, di fronte alle domande, si ritirò nello scialle nero avvolto intorno al viso, come se così facendo avesse potuto sparire lei stessa. 
Non era sua abitudine sottoporsi alle domande degli stranieri.
Vi riportiamo uno stralcio dell'intervista che fu accordata dalla donna alla National Geographic quel giorno del 2002.
D:"Avevi mai visto la fotografia di te stessa da ragazza?"
R:"No."
D:"Puoi scrivere il tuo nome, ma non puoi leggere. Porti con te la speranza di istruzione per i tuoi figli?"
R:"Voglio che le mie figlie abbiano competenze, io volevo finire la scuola, ma non potevo. Mi è dispiaciuto quando ho dovuto lasciare." E' forse troppo tardi per la figlia di 13 anni, forse le due figlie più giovani hanno ancora una possibilità. 

AMORE E PSICHE


LA MERAVIGLIOSA STORIA DI EROS E PSICHE (L’anima e l’amore) di Apuleio
                                   INTRODUZIONE

Amore e Psiche è una bellissima fiaba di formazione ricca di significati simbolici.
Il primo, e il più comprensibile, è che la mente non può comprendere fino in fondo l’amore, l’amore è sempre costituito da un mistero che è impossibile scoprire e spiegare. Perché ci si ama? Perché amo LUI e non un altro? Posso motivare il mio amore in tanti modi, ma, alla fine, il legame che si sente per quell'unica persona ha qualcosa che sfugge alla razionalità...E l'amore non tollera di essere troppo analizzato

Il secondo significo è più complesso: l’anima (la mente) non ha senso fine a se stessa, deve essere unita all'amore per spingersi verso l’eternità da cui proviene. L’uomo non è frutto del caso e la sua anima (Psiche in greco) è fatta per la felicità, per l’amore eterno, si nutre di un desiderio mai sazio che i greci lo chiamavano Eros. L'anima è una scheggia di Dio nell'uomo.

LA STORIA
Psiche era una principessa e aveva due sorelle. Tutte e tre erano bellissime, ma Psiche di più; sembrava una dea e nessuno voleva sposarla perché la sua bellezza incuteva timore. Troppa bellezza fa male agli occhi.
Il padre consultò un oracolo che presagì un mostro orribile come marito, dato che la bellezza straordinaria della fanciulla era giunta alle orecchie di Venere e l'aveva fatta infuriare.
Il padre allora, per liberarsi di lei, la agghindò da sposa, venne esposta su una roccia e lì lasciata sola.
Ma un vento dolce la rapì, trasportandola su un verde prato.
Era il giardino di un palazzo magnifico, le cui porte si aprivano al suo passaggio e voci di invisibili servitori si mettevano al suo servizio. Di stupore in stupore passò la prima giornata. Giunta la sera avvertì una presenza: era il marito della profezia; non lo poteva vedere, ma il suo affetto e calore non le sembrarono affatto mostruosi. Lui non le disse chi fosse e l’avvertì di non tentare di scoprirlo, altrimenti l’avrebbe perduto per sempre. Passarono insieme notti di passione finché un giorno la nostalgia di casa si fece sentire.
Così, dopo molte insistenze, il marito concesse a Psiche di uscire dal palazzo per andare a trovare i suoi cari. Quando le sorelle sposate la rividero, innamorata e felice, portare loro doni magnifici, provarono gelosia e la spinsero a disobbedire all'ordine e a scoprire chi fosse il marito, insinuando cose spaventose.
Così avvenne che rientrata a palazzo, la notte dopo cedette alla tentazione e, piano piano, mentre il suo amato Eros dormiva accanto a lei, prese una lampada ad olio e avvicinò la sua fioca luce al volto dell'amato. Scoprì così che, al suo fianco, dormiva un bellissimo adolescente, dalla bellezza indescrivibile e un sorriso dolcissimo.
La mano le tremò dall'emozione e una goccia d’olio bollente cadde su di lui. Amore si svegliò e fuggì via, offeso, per sempre.


Amore e Psiche - opera di Canova

LASCIARONO MORIRE SOTTO IL SOLE UN LORO OPERAIO - ricordate il film "La promesse"?


Lasciarono morire sotto il sole un loro operaio, Condannati marito e moglie
I DUE IMPRENDITORI AGRICOLI DEL MANTOVANO SONO STATI RICONOSCIUTI COLPEVOLI DI OMICIDIO VOLONTARIO

MILANO - La corte d'appello ha condannato rispettivamente a 17 anni e 9 mesi e a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario gli imprenditori agricoli Mario Costa, 50 anni, e Claudia Avanzi, 48 anni, marito e moglie residenti a Salina (Mantova), che nel 2008 lasciarono morire sotto il sole un loro operaio, impiegato nella raccolta dei meloni. La corte d'appello si è espressa dopo che due anni fa la Cassazione, su ricorso del procuratore capo di Mantova Antonino Condorelli, annullò la precedente condanna, emessa dalla corte d'appello di Brescia, a 4 anni e 9 mesi inflitta a Costa per abbandono di incapace e impiego di manodopera irregolare, e l'assoluzione per la moglie, ordinando un nuovo processo in corte d'appello a Milano.
OMICIDIO VOLONTARIO - Con il rito abbreviato lo scorso 18 dicembre, ma la notizia è stata resa nota solo venerdì dall'avvocato, i due coniugi sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio volontario. Il legale attende il deposito della sentenza entro metà febbraio, dopodichè deciderà se ricorrere o meno in Cassazione. Marito e moglie, per il momento, restano a piede libero. Il fatto risale al 27 giugno 2008 quando Vijai Kumar, 44 anni, indiano, in una giornata particolarmente torrida, si sentì male sotto il sole mentre stava lavorando in un campo di proprietà dei coniugi Costa. I due imprenditori ordinarono ad altri braccianti di spostare l'uomo in un altro appezzamento vicino dove, poi, fu trovato cadavere. Secondo i giudici marito e moglie, se avessero chiamato un'ambulanza, il giovane si sarebbe salvato. Invece, l'hanno lasciato morire.
Redazione Milano online
12 gennaio 2013

lunedì 14 gennaio 2013

MESSAGGIO DI BENVENUTO


Ciao ragazzi,
ho creato questo blog per per non lasciare al vento quello che vi racconto, le mie chiacchiere  i riferimenti a tante cose che non si riescono mai a fare da cima a fondo insieme...
Metterò anche aforismi, film o libri consigliati, articoli di giornale curiosi, divertenti o attinenti a quello su cui lavoriamo.
Insomma, non solo argomenti scolastici!
Partecipate, lasciate commenti, fate le vostre riflessioni, interagite insomma, e proponete anche voi come migliorarlo.
Vorrei anche aggiungere una sezione in cui lasciare scritti gli HOMEWORK per  chi è stato assente, e uno spazio in cui fare domande...
Intanto trovate i video sulla Prima Guerra Mondiale visti insieme sulla LIM: canzoni, documentari, spezzoni del film "Uomini contro" di cui vi parlavo, e che chissà che non riesca a farvi vedere per intero...

giovedì 10 gennaio 2013

ENRICO RUGGERI - lettera dal fronte (Ta-pum).avi

Enrico Ruggeri l'ha scritta rimaneggiando le lettere dello zio, scritte dal fronte. E così rappresenta un po' tutte le lettere che hanno scritto i soldati dalle trincee di Italia (dell'Austria, della Francia, della Russia...tutti i ragazzi sono uguali)


GLI ALTOPIANI DI ASIAGO - breve documentario

LA GUERRA IN TRINCEA - breve documentario

GIUSEPPE UNGARETTI - poesie sulla guerra

LA DECIMAZIONE

CANZONE: La leggenda del Piave con testo