mercoledì 5 giugno 2013

TURCHIA

Ecco la foto che vi dicevo:





C'ERA UN RAGAZZO CHE, COME ME, AMAVA I BEATLES E I ROLLING STONES...

Ciao ragazzi!!! Queto sotto è il link per ascoltare la canzone di Gianni Morandi sul Vietnam....e poi ho incollato il testo, anche in inglese per la gioia di qualcuno!

http://www.youtube.com/watch?v=DheR6uVi8AU



Cera un ragazzo
che come me
amava i Beatles e i Rolling Stones
girava il mondo
veniva da gli Stati Uniti dAmerica

Non era bello
ma accanto a sé
aveva mille donne se
cantava Help, Ticket to Ride,
o Lady Jane, o Yesterday,
cantava viva la Libertà
ma ricevette una lettera
La sua chitarra mi regalò
fu richiamato in America
Stop ! Coi Rolling Stones !
Stop ! Coi Beatles stop !
Mhan detto va nel Viet-nam
E spara ai Viet-cong
tatatatatatatatata

Cera un ragazzo
Che come me
amava i Beatles e i Rolling Stones
Girava il mondo e poi finì
a far la guerra nel Viet-Nam

Capelli lunghi
non porta giù
non suona la chitarra ma
uno strumento
che sempre dà
la stessa nota ta.ra.ta.ta
Non ha più amici,
non ha più fans,
vede la gente cadere giù,
nel suo paese non tornerà,
adesso è morto nel Viet-Nam.

Stop ! Coi Rolling Stones !
Stop ! Coi Beatles, stop !
Nel petto un cuore più non ha.
ma due medaglie o tre
tatatatatatata.........

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

There was a boy
like me
loved the Beatles and the Rolling Stones
touring the world
came from the United States Dameri

It was not nice
but beside him
had a thousand women if
Cannot Help, Ticket to Ride,
and Lady Jane, or Yesterday,
sang live Freedom
but received a letter
Gave me his guitar
was recalled in America
Stop! With the Rolling Stones!
Stop! With the Beatles stop!
Mhan said to be in Viet-nam
And shoot the Viet-cong
tatatatatatatatata

There was a boy
Like me
loved the Beatles and the Rolling Stones
Touring the world and then ended
to wage war in Viet-Nam

Long Hair
does not bring down
does not play the guitar but
an instrument
that always gives
the same note ta.ra.ta.ta
It has no more friends,
has no fans
see people fall down,
not return to his country,
now died in Viet-Nam.

Stop! With the Rolling Stones!
Stop! With the Beatles, stop!
In the breast no longer has a heart.
but two or three medals
tatatatatata ........

martedì 4 giugno 2013

COSTITUZIONE BENIGNI - VIDEO

Buongiorno! Dato che non abbiamo il collegamento con Internet a scuola....vi metto il video di Benigni qui, con il link su cui cliccare. Ascoltatelo, è molto bello e anche breve (7-8 minuti).


https://www.youtube.com/watch?v=hKXUYPz2Kvw

COSTITUZIONE COMMENTATA DA BENIGNI - TESTO

Il monologo di Roberto Benigni sulla Costituzione pubblicato dal "Fatto quotidiano"


"Il 2 giugno del 1946 ci furono le prime votazioni libere della nostra storia. Le donne hanno votato per la prima volta. Le donne e anche certi ceti sociali della popolazione. Tutta l'Italia ha votato, non potete sapere la bellezza di quel momento, che cosa è stato. Le prime votazioni libere dove si doveva scegliere tra monarchia e Repubblica, e come sapete vinse la Repubblica.
E in una seconda votazione si votò per 556 parlamentari che scrivessero, tutti uomini politici, regole per vivere insieme, altrimenti si ricadeva nella guerra civile. Si formarono questi uomini di tutti gli schieramenti politici (democristiani, comunisti, socialisti, liberali, azionisti, uomini qualunque) divisi in tutto escluso su una cosa: essere uniti. Non so cosa accadde loro. Divennero dei giganti, alcuni lo erano di già.
Ci hanno fatto volare, hanno illuminato quelle macerie e hanno detto: "Avanti, rialzatevi". Profetici. Lì dentro c'è la strada per risolvere tutti i nostri problemi. Ci hanno portato in un luogo dove si proclamava il primato della persona umana, della sua dignità, ma non fra gli ultimi, fra i primi. È una cosa impressionante questo testo, è una poesia.
Mentre la legge vieta, proibisce, la Costituzione ti protegge e ti spinge, è la nostra mamma. Una cosa di una bellezza... Tutto a favore, un sì. Avete visto i dieci comandamenti: è tutto un "no", "non desiderare quello, non fare questo". Invece la Costituzione è la legge del desiderio. Calamandrei, Dossetti, Alcide De Gasperi, uno dei più grandi statisti del mondo, Giorgio La Pira, un santo. Benedetto Croce, un filosofo che ha influenzato tutto il pensiero europeo.
Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, Nenni, Giorgio La Malfa, Lussu, la biografia di questi era un capolavoro, Ferruccio Parri, Nilde Iotti, Angelina Merlin, ci hanno messo 18 mesi per scrivere questo. Con una lingua meravigliosa. C'era Amintore Fanfani. C'era Giulio Andreotti anche, piccolino, vabbè lui sta dappertutto, stava allo Statuto albertino, ma lo hanno visto anche dietro Mosè scrivere i dieci comandamenti. C'erano tanti presidenti della Repubblica: Einaudi, Segni, Saragat, Giovanni Leone, Pertini, Scalfaro. Alcuni di loro erano stati in galera per difendere la libertà e poi sedevano in Parlamento. L'opposto di quello che succede oggi, prima siedono in Parlamento, poi finiscono in galera.
C'è voluto veramente tutto questo amore, e tutta questa morte, per cui un giorno alcuni uomini e alcune donne potessero scrivere queste parole: il capo provvisorio dello Stato, vista la deliberazione dell'Assemblea costituente, che nella seduta del 22 dicembre 1947 ha approvato la Costituzione della Repubblica italiana (...) promulga la Costituzione della Repubblica italiana nel seguente testo. Principi fondamentali.

Articolo 1: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Sentite l'articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Cioè, qualsiasi governo deve promuovere il lavoro, perché il lavoro è sacro e ogni legge che ostacola il lavoro è un sacrilegio.
Ma io dico, la bellezza: "Materiale e spirituale". Tu devi farmi stare bene, col corpo e l'anima. È inutile che mi dai tutti i diritti, la prima cosa mi devi dare il lavoro, sono le fondamenta. E riconosce a tutti questa cosa qua. Amare il proprio lavoro è la vera e concreta forma di felicità sulla terra. Quello che spetta alle future generazioni, ai futuri governi è far sì che ciascuno ami il proprio lavoro. Un sogno da Woodstock. Perché con la disoccupazione le persone non perdono solo il lavoro, perdono se stesse.
Quando non c'è lavoro si produce infelicità e perdiamo tutto. Quando ci danno la busta paga dentro non troviamo solo i soldi, quella paga non è avere è essere, essere. Quella è la cosa importante, la nostra libertà, indipendenza, dignità, la nostra vita. Loro lo sapevano, conoscevano il legame fortissimo tra il lavoro e la nostra personalità, perché il lavoro nutre l'anima e senza crolla tutto: crolla la Repubblica e crolla la democrazia, che sono il corpo e l'anima delle nostre istituzioni.

L'impianto della Costituzione sapete chi l'ha fatto? Un ragazzo pugliese che aveva 29 anni e si chiamava Aldo Moro.
Sentite l'articolo 5, qui si entra in cose tecniche, ma vale la pena, vi vorrei far presente che per gli alti incarichi gli uomini politici giurano sulla Costituzione: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Rivoluzionario, spettacolare. Qui c'è il decentramento del potere. Il coraggio. L'unità d'Italia era stata fatta da poco, durante il fascismo c'erano i prefetti, dipendeva tutto dallo Stato centrale: Roma padrona veramente. Loro hanno detto: i cittadini sono maturi. Chi ha il potere non lo divide con nessuno, e loro invece si sono inventati una forma di Stato che non c'era. Lo Stato regionale. Un federalismo come Cattaneo, meraviglioso, magari venisse attuato.
Hanno dato potere alle Regioni, principio straordinario del pluralismo regionale. Hanno messo la divisione dell'Italia nell'articolo dove proclamano l'unità, guardate la bellezza. Una e indivisibile, l'hanno messa fra due virgole, come dire: si sa, non c'è bisogno di mettere il punto esclamativo. Umberto Terracini con Alcide De Gasperi, "Umberto scrivi questo articolo, scrivi: l'Italia, una e indivisibile", e Umberto: "Ma che c'è bisogno di scriverlo?". "E magari tra trenta o quarant'anni arriva qualcuno e la vuol dividere".

ARTICOLO 2
Dopo vi racconto due o tre storie. La Repubblica riconosce... (sentite i verbi, eh!) e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. E richiede, richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Il nostro articolo 3 della nostra Costituzione ce l'hanno copiato in tutto il mondo. Scopiazzato. Andate a leggere: scopiazzato, fatto un po' peggio per non farsi riconoscere.
Una cosa impressionante. Sentite la poesia, sentite la bellezza. Rispetto a quello che c'era prima. I nostri babbi, nonni, padri. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese.

ARTICOLO 6 La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
ARTICOLO 7
E state a sentire il 7. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani. Sovrani, sovrani! I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. È grandioso, finalmente, tutte libere. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno il diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge in base a intese con le relative rappresentanze. Sentite: garantire pari dignità a tutti.

ARTICOLO 9. Questo fa andare al manicomio. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione.

ARTICOLO 10
Sentite il 10 che sembra chissacché. Ora qui s'apre una cosa che non avete idea. L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. È lungo ma sentite che roba. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità con le norme e i trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

ARTICOLO 11
Sentite questo articolo 11: questo è davvero famoso in tutto il mondo. L'Italia ripudia la guerra. Io faccio subito un applauso per la parola, eh. È famosissimo. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli (ma sono poesie...) e come mezzo di soluzione delle controversie internazionali.
E adesso riprende l'articolo 10: consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità. Limitiamo la nostra sovranità a casa nostra. Alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni. Promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

ARTICOLO 12
Allora, articolo 12. Qui rimarrete stupiti. È il mio preferito. La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano, verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

La Costituzione, il regalo che i padri e le madri costituenti ci hanno lasciato in eredità. Le cose regalate dobbiamo conquistarle, farle diventare nostre. Qui dentro ci sono le regole per vivere tutti insieme, in pace, lavorando. Mi permetto di dire una cosa che solo un papa o un buffone possono dire.
Domani mattina quando vi svegliate dite ai vostri figli che sta per cominciare un giorno che prima di loro non ha mai vissuto nessuno. In secondo luogo ditegli di andare a testa alta, di essere orgogliosi di appartenere a un popolo che ha scritto queste cose tra i primi nel mondo. Dei politici lo hanno scritto. Ditegli di essere orgogliosi che abbiano fiducia e speranza. Ci vuole fiducia e speranza per far entrare un figlio nella vita."

Roberto Benigni






sabato 1 giugno 2013

FESTA ISTITUTO

Complimenti per la pazienza nell'esporre ripetutamente il progetto giornalismo e per la robotica, davvero ben presentata! E poi complimenti ai "borsisti": ve lo siete meritato davvero questo riconoscimento!
Peccato che le borse fossero solo due...tutti avete lavorato, siete cresciuti, avete imparato a stare insieme. Un abbraccio forte

sabato 25 maggio 2013

D'ANNUNZIO-LA PIOGGIA NEL PINETO

....Un anticipo de "La pioggia nel pineto" di D'Annunzio, che presto leggeremo in classe.
Visto il tempo, mi sembra il momento giusto per ascoltarla. E' un esempio di come, alcuni decadentisti, rappresentavano i momenti in cui l'uomo, incantato dalla natura, si fonde con essa, entrando a farne parte.  Si chiama "panismo".
Non importa se non capite tutte le parole: il poeta e la sua donna si trovano, in estate, in una pineta, durante un acquazzone, e, incantati dal rumore della pioggia, dal profumo di erba bagnata, dall'acqua che imbeve gli alberi e loro stessi, grazie alla pioggia diventano parte della natura stessa,

domenica 19 maggio 2013

QUANDO SI DICE SENSO CIVICO...


NON E' BELLO VIVERE IN UN MONDO DOVE C'E' ANCHE QUESTA GENTE?

"Trovano portafogli con migliaia di euro
e li riconsegnano ai legittimi proprietari
Due casi simili avvenuti a poche ore di distanza, protagonisti due cittadini esemplari

VIMERCATE – Due portafogli smarriti in poche ore. E due cittadini onesti che, senza pensarci neppure un attimo, li hanno trovati e restituiti ai proprietari. Il primo caso riguarda un 75enne di Agrate Brianza: passando in una strada di campagna ai margini del paese aveva perso un portafogli che conteneva ben millecinquecento euro in contanti, oltre ai documenti. Poche ore dopo gli è arrivata una telefonata dei carabinieri di Vimercate: «Il suo portafogli è stato ritrovato, con tutto il denaro che conteneva».

LA PASSANTE - A ritrovarlo Maria Carla Levati, una signora che abita poco lontano e che giovedì pomeriggio passeggiando su quella stessa strada lo aveva notato a terra: «A dire il vero era tutto sporco, rovinato – ha raccontato la donna - credevo fosse lì da chissà quanto e non ci ho fatto caso. Pochi metri dopo però ho visto però una patente di guida, allora ho pensato di tornare indietro a vedere se per caso quel portafogli fosse stato rubato o smarrito. Ma davvero, a prima vista sembrava vuoto, pensavo di lasciarlo lì. Solo che per scrupolo ho controllato meglio e in una tasca in fondo ho trovato tante banconote da cinquanta euro. Ho pensato: "Mamma mia, se capitasse a me di perdere tutti quei soldi!", e ho deciso di portarlo ai vigili urbani. Mentre mettevo a posto la patente ho trovato un vano con altre banconote, altri cinquecento euro».

CARABINIERI - L'ufficio della Polizia locale era chiuso, così la donna è salita in auto ed è andata fino al comando di compagnia dei carabinieri a Vimercate, dove lo ha consegnato. Ed è stato proprio grazie ai documenti che gli uomini del Capitano Marco D'Aleo son risaliti in pochi minuti all'incredulo proprietario. «Devo dire la verità – ha rivelato la donna – i carabinieri son stati gentilissimi e si sono complimentati, il proprietario del portafogli mi ha telefonato e mi ha dato una ricompensa. Ma anche senza ricompensa sarei stata soddisfatta di quel che ho fatto, bisogna dimostrare noi per primi che non tutte le persone son disoneste».

IL BORSELLO - Stessa scena poche ore dopo, a Vimercate: un dipendente di una cooperativa sociale che stava aprendo una bottega di commercio equo e solidale ha visto a terra un borsello. «L'ho raccolto e ho visto tutte quelle mazzette di soldi», ha rivelato Enrico Mandelli. In quel borsello c'erano 4200 euro in contanti e assegni per 2200 euro, persi poco prima da un benzinaio che abita in zona. «Mi son guardato in giro, se per caso qualcuno li avesse persi, ma non c'era nessuno. Allora li ho portati dai carabinieri». Senza un'esitazione? «Certo, ci ho pensato, per me son quasi quattro mesi di stipendio. Ma poi uno deve anche potersi guardare allo specchio, serenamente».

Leila Codecasa
18 maggio 2013 | 16:47
Dal sito del corriere.it

sabato 18 maggio 2013

PICCOLI ARCHIMEDE LOMBARDI


DALLA JEP AD ARIA AL SOTTOMARINO ECOLOGICO
LE INVENZIONI DEI PICCOLI ARCHIMEDE
«Eureka! Funziona!», premiati i vincitori della sfida tra studenti inventori delle province di Milano, Lodi e Monza

IL SOTTOMARINO ECOLOGICO
La «super jeep» che funziona ad aria inventata dagli studenti della terza “D” della scuola elementare “Giusti e D’Assisi” di Milano. Il “sottomarino ecologico”, alimentato con palloncini d’aria e d’acqua, ideato dagli alunni della quarta “C” dell’istituto comprensivo “Sabin” di Segrate. La zattera creata con materiali di riciclo dagli allievi della quinta “B” della scuola “Strobino” di Cerro Maggiore. Eccoli i vincitori della sfida tra “baby” Archimede delle province di Milano, Lodi e Monza, che in classe non hanno soltanto costruito dei semplici giocattoli, ma progettato e realizzato delle invenzioni che miscelano fantasia e ingegno, scienza e rispetto per l’ambiente.

LA ZATTERA CREATA CON MATERIALI DI RICICLO
IL PROGETTO - Sono i bambini degli ultimi tre anni delle elementari che hanno partecipato alla prima edizione del progetto sperimentale “Eureka! Funziona!” di Federmeccanica e ministero dell’Istruzione per promuovere la creatività in ambito tecnico e tecnologico. Un’iniziativa a cui ha aderito anche Assolombarda e proprio nell’auditorium dell’associazione confindustriale di via Pantano sono stati premiati i “piccoli” inventori.
Le classi e i progetti premiati
                   
IL PROGETTO - “Eureka! Funziona! nel Milanese ha coinvolto 30 scuole elementari, 90 classi e oltre 2.000 bambini suddivisi in 480 gruppi. Ognuno con un compito: inventare un giocatolo. Come? Nel corso dell'anno scolastico le classi hanno ricevuto un kit con vari oggetti: tubi di plastica, palloncini, elastici, asticelle in legno, siringhe di plastica. E così si sono messi all’opera. Ciascun allievo ha avuto un ruolo preciso nel proprio team: chi è stato disegnatore tecnico, chi si è occupato del diario di bordo per raccontare le varie fasi di lavoro, chi ha costruito materialmente l'oggetto e chi ha ideato una campagna pubblicitaria per promuoverlo. Insomma, creatività in libertà. Le uniche due regole da seguire? Prima di tutto, prevedere la mobilità del giocattolo che deve quindi poter ruotare, aprirsi o alzarsi; in secondo luogo, vietato farsi aiutare dagli insegnanti. Dopo sei-otto settimane e 20 ore di attività ecco una galleria di prototipi, di giocatoli fai-da-te perfettamente funzionanti.

PREMIATI - E infine i tre vincitori. Ma nella cerimonia nella sede di Assolombarda a salire sul podio è stata anche la terza “C” dell’istituto “Cuoco Sassi” di Milano, per l’invenzione di uno speciale aquilone e per la sua “produzione in serie” per gli studenti della scuola. A consegnare i premi è stato Domenico Bona, presidente del gruppo metalmeccanici di Assolombarda: “Entusiasmo, passione, manualità e voglia di sperimentare sono stati gli ingredienti principali che hanno saputo mettere in campo questi bambini e i loro insegnanti. Un messaggio incoraggiante per il futuro, anche perché il settore manifatturiero resta un’eccellenza in Italia. E senza dimenticare che nelle nostre aziende, grandi e piccole, c’è fame di tecnici con competenze scientifiche e tecnologiche. Ecco perché la scuola dovrebbe puntare di più su materie. E chissà che un giorno nelle nostre imprese non ci sia spazio anche per questi piccoli Archimede”.
Paolo Marelli
17 maggio 2013 (modifica il 18 maggio 2013)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
da Corriere.it

mercoledì 15 maggio 2013

PASCOLI - X AGOSTO

Per chi avesse voglia di cimentarsi in una vera e propria analisi letteraria di un testo poetico, ecco l'analisi del "X AGOSTO" di G.Pascoli.

sabato 20 aprile 2013

25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE


(testo liberamente rielaborato dal sito Armando.it)

Il 25 aprile in Italia è la Festa della Liberazione, si ricorda cioè l'anniversario della liberazione dal nazifascismo.
Durante la seconda guerra mondiale (1939-1945), dopo il 1943, l'Italia si ritrovò divisa in due: al nord Benito Mussolini e i Fascisti avevano costituito la Repubblica Sociale Italiana, vicina ai tedeschi e al Nazismo di Hitler, mentre al sud si formò in opposizione il governo Badoglio, in collaborazione con gli Alleati americani e inglesi.
Per combattere il dominio nazifascista si era organizzata la Resistenza, formata dai Partigiani. Questi erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, ognuno con i propri mezzi, per ottenere in patria la democrazia e il rispetto della libertà individuale e l'uguaglianza.

Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine e dando così il via al processo di liberazione dell'Italia dall'oppressione fascista.
Qualche anno dopo, dalle idee di democrazia e libertà, è nata la Costituzione Italiana.

Di seguito alcuni esempi di libri che sono ambientati e parlano del periodo della Resistenza italiana, adatti soprattutto a voi ragazzi!!! Gli autori sono stati essi stessi testimoni della Seconda Guerra Mondiale e vogliono raccontare, ognuno a suo modo, le esperienze fatte e i segni lasciati da uno dei periodi che più ha segnato il nostro Paese.

Il sentiero dei nidi di ragno - Italo Calvino
 Ambientato in Liguria, tra gli stretti vicoli di un paesino della Riviera di Ponente, durante la Resistenza.
Il protagonista è Pin, un ragazzino solo e senza guida. La sorella fa la prostituta e tra i clienti ha anche i militari tedeschi; per questo motivo Pin viene scartato e insultato. Per ripicca e per avere la considerazione degli adulti, il bambino decide di rubare la pistola all'amante della donna e di nasconderla. Questo gesto scatenerà una serie di eventi che lo porterà ad essere messo in prigione dai tedeschi e, una volta scappato, ad entrare in contatto con i gruppi di partigiani che si nascondevano tra i monti, diventandone parte integrante.

La casa in collina - Cesare Pavese
 Il libro narra le vicende di Corrado, durante l'estate del 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. L' uomo è un professore quarantenne che vive sulle colline antistanti Torino, non è sposato e ha due donne, madre e figlia, che si occupano di lui e dell'andamento domestico. Corrado tutte le sere si rifugia sulle colline per scampare ai bombardamenti tedeschi sulla città e, così come sfugge alla guerra, evita anche di prendersi responsabilità negli altri campi della vita. Tra i partigiani ha amici: Cate, una fiamma del passato, e il figlio di lei, probabilmente suo. Nonostante questo non si sbilancia seguendo i loro ideali e le loro azioni. La guerra incombe, i tedeschi incalzano e i suoi amici vengono arrestati, forse uccisi, ma lui fugge e per salvarsi abbandona anche il giovane ragazzo, affidatogli da Cate: niente sembra scrollarlo dalla sua vigliaccheria.
Un giorno però si imbatte per caso nella cruda uccisione di alcuni fascisti, da parte dei partigiani di zona, e tutto cambia.


sabato 6 aprile 2013

MICROCREDITO IN CONCRETO

Ecco una piccola, buona notizia che parte dall'istituzione del microcredito...una ragazza ha potuto realizzare il suo sogno, grazie ad una fondazione che ha deciso di investire sui sogni dei giovani!


http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_aprile_6/rubrica-citta-bene-gogol-ostello-asli-haddas-permicro-212516979390.shtml

domenica 24 marzo 2013

PARKOUR


Notizie per Andrea: visto che si inizia a parlare di parkour anche sul Corriere della Sera???



Parkour in piazza Gae Aulenti
di Marco Lottaroli - Ultimo aggiornamento: 21/03/2013-Corriere della Sera On line


Descrizione: Due ore di adrenalina allo stato puro. A dispensarla nell’avveniristica piazza Gae Aulenti, in zona Porta Nuova/Garibaldi (raggiungibile da corso Como) sabato 23 marzo, è il pomeriggio (ore 16-18) dedicato al parkour, disciplina metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni ‘80 e arrivata successivamente anche nel nostro Paese. Milano è uno dei centri più attivi e  nell’ambito delle iniziative “Una piazza che vive” trova spazio la performance dei MilanMonkeys, gruppo parkour italiano nato nel 2006, che si esibirà in una serie di performance coinvolgendo anche il pubblico presente. Ai praticanti del parkour viene richiesto un allenamento costante e particolare accompagnato ad una grande prontezza di riflessi indispensabile per spostarsi, nel modo più veloce, con salti e balzi acrobatici, efficienti e sicuri, da un punto all’altro, superando ostacoli come muretti, ringhiere e gradoni. Il MilanMonkeys (scimmie metropolitane) promuove periodici training day e corsi (outdoor e indoor) attraverso l’Asd Milano Parkour di propedeutica al parkour (età da 12 anni in su). Ore 16-18. Sito: www.milanmonkeys.com.

giovedì 21 marzo 2013

DAL DIARIO DI MALALA PRIMA DELL'ATTENTATO



Andare a scuola sfidando i talebani Diario di Malala, ragazzina pachistana
Corriere della Sera - articolo di Viviana Mazza

Malala Yousafzai è la ragazzina attaccata ieri all’uscita della scuola nel distretto di Swat, nel nord del Pakistan. Ecco alcuni stralci del diario che l’ha resa famosa, scritto per la BBC nel 2009 all’età di 11 anni sotto pseudonimo. Intanto fonti ospedaliere affermano che l’operazione per rimuovere il proiettile che l’ha colpita alla testa dovrebbe essere riuscita, e le condizioni della ragazzina, date ieri per “gravi”, sono ora stabili.  

Sabato 3 gennaio: “Ho paura”

Ho fatto un sogno terribile ieri, con gli elicotteri militari e i talebani.  Faccio questi incubi dall’inizio dell’operazione dell’esercito a Swat. Mia madre mi ha preparato la colazione, e sono andata a scuola. Avevo paura di andare perché i talebani hanno emanato un editto che proibisce a tutte le ragazze di frequentare la scuola.

Solo 11 compagne su 27 sono venute in classe. Il numero è diminuito a causa dell’editto dei talebani. Per la stessa ragione, le mie tre amiche sono partite per Peshawar, Lahore e Rawalpindi con le famiglie.

Mentre tornavo a casa, ho sentito un uomo che diceva “Ti ucciderò”. Ho affrettato il passo, guardandomi alle spalle per vedere se mi seguiva. Ma con grande sollievo mi sono resa conto che parlava al cellulare. Minacciava qualcun altro.


Domenica 4 gennaio: “Devo andare a scuola” 
Oggi è vacanza, e mi sono svegliata tardi, alle 10 circa. Ho sentito mio padre che parlava di altri tre cadaveri trovati a Green Chowk (al valico). Mi sono sentita male sentendo questa notizia. Prima del lancio dell’operazione militare, andavamo spesso a Marghazar, Fiza Ghat e Kanju per il picnic della domenica. Ma ora la situazione è tale che da un anno e mezzo non facciamo più un picnic.
Andavamo sempre anche a passeggiare dopo cena, ma adesso torniamo a casa prima del tramonto. Oggi ho aiutato un po’ in casa, ho fatto i compiti e ho giocato con mio fratello. Ma il mio cuore batteva forte — perché devo andare a scuola domani.



Lunedì 5 gennaio: “Non indossare vestiti colorati” 

Mi stavo preparando per la scuola e stavo per indossare la divisa, quando mi sono ricordata di ciò che il preside ci ha detto: “Non indossate le divise, e venite a scuola in abiti normali”. Perciò ho deciso di mettermi il mio vestito rosa preferito. Anche altre ragazze indossavano abiti colorati, per cui c’era un clima molto casalingo in classe.

Una mia amica è venuta a chiedermi: “Dio mio, dimmi la verità, la nostra scuola sarà attaccata dai talebani?”. Durante l’assemblea del mattino, ci è stato detto di non indossare più vestiti colorati, perché i talebani sono contrari.

Dopo pranzo, a casa, ho studiato ancora un po’, e poi la sera ho acceso la tv. Ho sentito che a Shakarda viene rimosso il coprifuoco che era stato imposto 15 giorni fa. Sono contenta perché la nostra insegnante di inglese vive nella zona e adesso forse riuscirà a venire a scuola.



Mercoledì 7 gennaio: “Né spari né paura” 

Sono stata a Bunair in vacanza per Muharram (una festività musulmana). Adoro Bunair per via delle sue montagne e dei suoi rigogliosi campi verdi. La mia Swat è anch’essa molto bella, ma non c’è pace. Ma a Bunair c’è pace e tranquillità. Non ci sono spari né paura. Siamo molto felici.

Oggi sono stata al mausoleo di Pir Baba e c’era tanta gente, loro erano lì per pregare, noi per un’escursione. C’erano negozi che vendevano bracciali, orecchini e bigiotteria. Ho pensato di comprare qualcosa, ma niente mi ha colpito particolarmente, mentre mia madre ha comprato degli orecchini e dei bracciali.



Mercoledì 14 gennaio: “Potrebbe essere l’ultima volta che vado a scuola”

Ero di cattivo umore sulla strada della scuola, perché le vacanze invernali cominciano domani. Il preside ha annunciato quando iniziano le vacanze, ma non ha detto quando la scuola riaprirà. E’ la prima volta che succede.

In passato, la data di riapertura veniva sempre annunciata chiaramente. Il preside non ci ha detto perché non l’abbia fatto, stavolta, ma io credo che  i talebani abbiano annunciato che l’editto contro l’istruzione femminile entrerà in vigore ufficialmente a partire dal 15 gennaio.

Stavolta le ragazze non sono così entusiaste di andare in vacanza, perché sanno che, se i talebani applicano l’editto, non potremo mai più andare a scuola. Alcune compagne erano ottimiste e dicevano che certamente la scuola riaprirà a febbraio, ma altre mi hanno confidato che i genitori hanno deciso di lasciare Swat e di trasferirsi in altre città per il bene della loro istruzione.

Visto che oggi era l’ultimo giorno di scuola, abbiamo deciso di giocare nel cortile un po’ più a lungo. Io credo che la scuola un giorno riaprirà, ma mentre tornavo a casa ho guardato l’edificio pensando che potrei non tornarci mai più.



Giovedì 15 gennaio: “Il suono dell’artiglieria riempie la notte”

Il rumore del fuoco dell’artiglieria riempiva la notte, e mi ha svegliata tre volte. Ma dal momento che non c’è scuola, mi sono alzata più tardi, alle 10 del mattino. Poi è venuta a casa la mia amica e abbiamo parlato dei compiti.
Oggi è il 15 gennaio, è l’ultimo giorno prima che entri in vigore l’editto talebano, e la mia amica continuava a parlare dei compiti, come se non stesse accadendo niente al di fuori dell’ordinario.

Oggi ho anche letto il diario che ho scritto per la BBC (in urdu) e che è stato pubblicato sul giornale. A mia madre piace il mio pseudonimo “Gul Makai”, e ha detto a mio padre “perché non cambiamo il suo nome e la chiamiamo Gul Makai?” Anche a me piace perché il mio vero nome vuol dire “addolorata”.

Mio padre dice che alcuni giorni fa qualcuno gli ha mostrati una copia di questo diario dicendo quanto sia fantastico. Papà ha sorriso, ma non poteva nemmeno dire che l’autrice è sua figlia.

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FOTO DI MALALA

Foto di Malala (riferite all'articolo nel post precedente)


MALALA TORNA A SCUOLA DOPO UN ATTACCO TALEBANO


Il primo giorno di scuola di Malala (dalla rivista Vanity Fair)
La ragazzina pakistana, sopravvissuta a un attentato talebano, ritorna sui banchi dopo l'operazione alla testa
di Francesca Bussi

Il giorno più importante della sua vita. Così Malala Yousafzai, la quindicenne pakistana aggredita dai talebani perché difendeva i diritti delle donne, ha descritto il suo ritorno a scuola. Settimane dopo aver lasciato l'ospedale inglese, dove le hanno estratto le pallottole che le avevano sparato alla testa e le hanno ricostruito il cranio, è tornata tra i banchi, a Birmingham.

Per lei, che nel suo Paese si batteva per il diritto di tutte le bambine allo studio, è una gioia incredibile. «Sono così eccitata, oggi ho realizzato il mio sogno. Voglio che tutte le ragazze del mondo abbiano questa opportunità», ha spiegato Malala, che quest'anno è tra i candidati al Nobel per la pace.

Zaino rosa in spalla, accompagnata dal papà Ziauddin, ha cominciato la Edgbaston High School, un liceo al femminile poco distante dall'ospedale: «Mi mancano tanto le compagne di scuola che avevo in Pakistan, ma non vedo l'ora di farmi nuovi amici qui a Birmingham».

A ottobre, i talebani avevano pensato di uccidere Malala, e dare così un esempio a tutte le altre ragazze «troppo moderne». Mentre aspettava un autobus per andare a scuola, nella valle di Swat, l’inferno di cui ha raccontato le crudeltà in un diario per la Bbc che nel 2009 l’ha resa famosa a soli 11 anni, l'hanno crivellata di colpi. Perché difendeva i diritti dei minori, delle bambine, e denunciava gli estremisti islamici. 

Ma lei è sopravvissuta, e, anche se oggi è costretta a vivere lontano da casa sua, ha vinto. Perché è diventata una testimonianza vivente che è giusto non solo sognare, ma trasformare quei sogni in realtà.

martedì 19 marzo 2013

giovedì 7 marzo 2013

IN KASHMIR TROPPO FREDDO: STRAGE DI CAPRE


Da un articolo del Corriere on line di oggi…a proposito del Kashmir (nella regione indiana) e delle sue capre e pecore…


“KASHMIR: TROPPO FREDDO, STRAGE DI CAPRE DI LANA PASHMINA”

L’inverno peggiore da 50 anni: troppa neve. Altri 175 mila animali in pericolo di vita
Capre di razza changthangi
L’inverno peggiore degli ultimi cinquant’anni, con temperature al di sotto delle medie stagionali anche per una zona dove in genere si raggiungono i -25 gradi, sta facendo strage di capre changthangi sull’Himalaya, mettendo così a rischio non solo la produzione della lana cachemire (ricavata dal sottovello del collo) con cui si fanno le pashmine (dalla parola persiana pashm che significa appunto «lana», ma anche la sopravvivenza della popolazione dei Drokba, i nomadi del Ladakh che vivono da sempre proprio grazie alla vendita del pregiatissimo filato.
ALLARME - A dare l’allarme è stato Spalbar, presidente del governo autonomo della regione. Quasi 25 mila capre sono morte di fame nel Changthang, al confine con Cina e Tibet, a causa della troppa neve caduta durante l’inverno, che ha sepolto il foraggio sotto una coltre di 90 centimetri e che impedisce tuttora l’accesso via terra alla regione. I contatti con i pastori nomadi sono possibili solo attraverso i telefoni satellitari ci si mette una settimana per raggiungere un’area limitrofa, da cui è possibile vedere centinaia di capre pashmina morte per terra».
AIUTI - Stando a stime approssimative, altre 175 mila capre che vivono nell’inospitale regione del Changthang (un arido deserto a 5.200 metri di altezza, con inverni rigidissimi ed estati senza un goccio di pioggia), come pure 100 mila fra pecore, mucche e yak, sarebbero ora in pericolo di vita, ma a sentire ancora Spalbar, le autorità locali non sembrano intenzionate a muovere un dito. «Ho scritto personalmente al governo provinciale della regione affinché provvedesse a inviare aerei che paracadutassero foraggio e integratori alimentari agli animali superstiti, come era avvenuto già nell’autunno scorso, ma non ho ancora ricevuto risposta e ora siamo totalmente impotenti di fronte a quanto sta accedendo».
DANNI - Impossibile per ora quantificare i danni subiti dalla comunità, ma saranno ingentissimi «perché i pastori basano tutto il loro sostentamento sulle capre e quindi per loro è come perdere il lavoro», con inevitabili ripercussioni sulla produzione della pregiata lana. Non a caso già da qualche anno i tessitori del Kashmir hanno iniziato a importare lana pashmina dalla Cina e dalla Mongolia per soddisfare la crescente domanda di scialli e coperte ricavate dal vello delle capre changthangi, mentre il 9 marzo di un anno fa gli scienziati della Sher-e-Kashmir University of Agricultural Sciences and Technology di Srinagar, la principale città del Kashmir, avevano stupito il mondo annunciando la nascita di Noori («Luce» in arabo), prima capra pashmina clonata, assicurando un secondo esemplare entro il 2013.
Simona Marchetti  6 marzo 2013 | 13:22© RIPRODUZIONE RISERVATA

mercoledì 27 febbraio 2013

LUCIANA LITTIZZETTO E IL MONOLOGO CONTRO IL FEMMINICIDIO

Stiamo parlando spesso di femminicidi, e questo monologo di Luciana Littizzetto, tenuto a Sanremo il giorno di San Valentino, ne parla in modo semplice e incisivo.

LA LETTERA DI ROBERTO BAGGIO AI GIOVANI

Questa è la lettera che Roberto Baggio ha scritto per i giovani, e letto a Sanremo pochi giorni fa.
E' un grande calciatore, ora dirigente sportivo, ma anche un uomo solido, con dei valori, sportivo nel senso più positivo e morale del termine. Ascoltatelo attentamente, e  riflettete sulle parole-chiave di cui parla.

venerdì 22 febbraio 2013

I PROMESSI SPOSI - "LA MADRE DI CECILIA"

Ecco la recitazione del brano "La madre di Cecilia", una delle più belle descrizioni dell'amore tra madre e figlia.

giovedì 21 febbraio 2013

CHE FATE, DORMITE??

Non è mai morto nessuno per aver postato un commento, dai, provateci! Date un segnale di vita!!!

NOAH KANTMAN - UNA ROSA PARKS DI OGGI


Oh beh, e si pensa che i tempi di Rosa Parks siano "storia" e che l'apartheid contro le donne sia per lo più di stampo islamico e afghano...!!

DAL CORRIERE DELLA SERA
riduzione da un articolo di di Elisabetta Rosaspina
n.d.p. = nota della prof

“Vattene in fondo, stai guastando la purezza di questo bus”...

Rosa Parks ha molte seguaci in Israele. E come Rosa, la prima afroamericana che rifiutò, 58 anni fa, di cedere il suo posto in autobus a un bianco (e finì per questo in carcere) in Alabama, le sue emule (n.d.p.: imitatrici) in Terra Santa (ndp: Israele) non hanno vita facile. Ma a finire arrestato, anche se solamente per qualche ora, questa volta è stato l’uomo, un religioso ultra-ortodosso che qualche giorno fa ha cercato in tutti i modi di ricacciare una 22enne israeliana in fondo all'autobus, per preservare la “purezza” dei sedili riservati agli uomini.

La storia, così come la racconta il quotidiano Maariv, non è inusuale, ma provoca sempre più reazioni contro l’integralismo, e non solo da parte delle femministe.

Noah Kantman, che tra l’altro non è una ragazza laica, ma si considera religiosa e osservante, è salita sul bus della linea 985, che collega Safad, in Galilea, ad Ashdod, sul Mediterraneo, con un viaggio di circa tre ore e mezzo. Un incubo dal principio alla fine, per Noah, che ha osato sedersi nella parte anteriore del pullman, considerata dagli ultra-ortodossi di uso strettamente maschile. Noah non l’ha fatto per provocazione e, alle prime rimostranze dei vicini, ha replicato cercando di spiegare che in quella posizione soffriva meno il mal d’auto che in fondo al mezzo.

Invano. Il coro di riprovazione è salito di tono: c’era chi invitava gli astanti (n.d.p.: i presenti) alla preghiera per contrastare la presenza impura della ragazza, quasi a contatto di gomito con il sesso opposto; e chi seriamente consigliava a voce alta i compagni di viaggio di non guardarla, per evitare di contaminarsi. Alla fermata prevista per permettere ai passeggeri di sgranchirsi un po’ le gambe, qualcuno ha poggiato sul sedile di Noah un biglietto anonimo che diceva più o meno:

“Vattene in fondo, stai guastando la purezza di questo bus”.

E la giovane donna ha deciso che era stato passato il segno. Qualche voce femminile si era alzata dal retro per dire che quella era un’imposizione religiosa, senza valore sui mezzi pubblici; insomma, una prepotenza. Ma Noah voleva far valere i suoi diritti fino in fondo: così ha telefonato alla sorella per chiederle di avvertire la polizia. E al capolinea, le forze dell’ordine erano lì, ad aspettare quella litigiosa comitiva.

L’uomo che si era scagliato con maggior veemenza contro Noah durante il viaggio, si è difeso dicendo che non intendeva aggredirla, ma solamente invitarla al rispetto dei precetti, il che non è bastato a evitargli qualche ora di spiegazioni alla stazione di polizia. Mentre la compagnia dei trasporti Egged ha ammesso il suo rincrescimento per l’accaduto e per il fatto che l’autista non fosse intervenuto in difesa della passeggera vilipesa.

Anche nelle città a maggiore densità ortodossa, l’ ”apartheid” nei confronti delle donne comincia a essere sempre meno tollerato. Poco più di un anno fa, la comunità si era mossa in difesa di una bimba di sette anni, i cui abitini dalle maniche corte erano stati considerati un oltraggio al pudore ultra-ortodosso; ed erano state organizzate manifestazioni di protesta contro l’integralismo dominante. Ora un gruppo di donne, che condivide e pratica le disposizioni religiose sulla “modestia” nell'abbigliamento  ha deciso di reagire agli eccessi, come la segnaletica stradale (fuori legge in Israele) che impone alle passanti di utilizzare i marciapiedi opposti a quelli dei passanti.

Per farla finita, hanno deciso di far causa al Comune e di chiedere un risarcimento economico, anche lui “modesto”, ma significativo: ogni abuso ha un prezzo.



mercoledì 13 febbraio 2013

LA COSA PIU' BELLA - Saffo


Alcuni dicono che la cosa più bella sulla nera terra sia
un esercito di cavalieri, altri di fanti
altri di navi, io invece quello di cui
uno è innamorato.

(Saffo, VII-VI sec.a.C.)

BUON SAN VALENTINO...in poesia


I ragazzi che si amano – Jacque Prevert

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è la loro ombra soltanto
che trema nella notte
stimolando la rabbia dei passanti
la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
essi sono altrove molto più lontano della notte
molto più in alto del giorno
nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

domenica 10 febbraio 2013

ORARIO

Ops! Mi hanno fatto notare che non vi ho detto che il film sarà su RAI 3 alle h.21.00

IL BALLETTO DEI TITANS (DAL FILM - IL SAPORE DELLA VITTORIA)

Dal film "Il sapore della vittoria", in onda stasera su RAI 3 alle 21.00

conoscere la squadra

Dal film "Il sapore della vittoria", in onda questa sera su RAI 3

IL SAPORE DELLA VITTORIA

Domani sera su RAI 3 c'è un film bellissimo intitolato "Il sapore della vittoria", sul razzismo in America ancora dopo l'operato di M.L.King: è una storia vera e per questo merita.

Ambientata nel 1971 in Virginia, parla dell'allenatore Boone (di colore) della squadra di football "I Titans" del liceo T.C. Williams High School, per la prima volta diventato un liceo misto. Il fatto che il coach sia di colore non va giù a molti, ma poi le cose cambieranno.
E' divertente, parla di quanto bene faccia lo sport per conoscersi e rispettarsi, ed è sempre piaciuto a tutti i miei alunni. Per favore, guardatelo, se i vostri genitori non hanno altro in programma!
Vi allego, se riesco, un video tratto dal fim

10 FEBBRAIO GIORNO DEL RICORDO


Ragazzi oggi è domenica, ma è anche un giorno importante cui avevo accennato tempo fa parlando della liberazione dell'Europa dal nazifascismo. Ricordate che il generale Tito aveva liberato la zona dell'attuale Istria, Croazia, Serbia, Montenegro cacciando i fascisti, ma anche organizzando una sorta di pulizia etnica ai danni di tutti gli italiani? Gli italiani in parte erano stati gettati nelle foibe o erano stati costretti a scegliere tra il regime comunista di Tito e tornare in Italia, con niente appresso, se non gli effetti personali.
Certo, i fascisti avevano in precedenza invaso quelle terre e si erano fatti odiare per il loro razzismo nei confronti della popolazione slava. Il risultato fu comunque un massacro di innocenti, non solo di fascisti.
Oggi è il giorno che il governo ha istituito per ricordare quei profughi, e quelle vittime. Qui di seguito le spiegazioni, particolarmente chiare, della Lega Nazionale di Trieste:

"Cosa sono le Foibe?
Le foibe sono delle cavità naturali, dei pozzi presenti sul Carso (altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria). Alla fine della Seconda guerra mondiale i partigiani comunisti di Tito vi gettarono (infoibarono) migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate, alcune ancora vive, colpevoli di essere italiane o contrarie al regime comunista.
Quanti furono gli infoibati?
Purtroppo è impossibile dire quanti furono gettati nelle foibe: circa 1.000 sono state le salme esumate, ma molte cavità sono irraggiungibili, altre se ne scoprono solo adesso (60 anni dopo) rendendo impossibile un calcolo esatto dei morti. Approssimativamente si può parlare di 6.000 - 7.000 persone uccise nelle Foibe, alla quali vanno aggiunte più di 3.000 persone scomparse nei gulag (campi di concentramento) di Tito.
Chi erano gli infoibati?
Gli infoibati erano prevalentemente italiani. In generale tutti coloro che si opponevano al regime comunista del generale Tito: vi erano quindi anche sloveni e croati. Tra gli italiani vi erano ex fascisti, ma sopratutto gente comune colpevole solo di essere italiana e contro il regime comunista.
Cosa vuol dire "infoibare"
Le vittime dei soldati titini (del generale Tito) venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il di ferro.
I massacratori si divertivano, nella maggior parte dei casi, a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.

La Foiba di Basovizza (Trieste)
La cosiddetta "Foiba di Basovizza" è in origine un pozzo minerario: esso divenne però nel maggio del 1945 un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, da parte dei partigiani comunisti di Tito, dapprima destinati ai campi d'internamento allestiti in Slovenia e successivamente giustiziati a Basovizza.
Le vittime destinate ad essere precipitate nella voragine di Basovizza, venivano prelevate nelle case di Trieste, durante i 40 giorni di occupazione jugoslava della città (dal 1 maggio 1945). A Basovizza arrivavano gli autocarri della morte con il loro carico di disgraziati. Questi, con le mani straziate dal filo di ferro e spesso avvinti fra loro a catena, venivano sospinti a gruppi verso l'orlo dell'abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro. Sul fondo chi non trovava morte istantanea dopo un volo di 200 metri, continuava ad agonizzare tra gli spasmi delle ferite e le lacerazioni riportate nella caduta tra gli spuntoni di roccia. Molte vittime erano prima spogliate e seviziate.
Ma quante furono le persone gettate nella Foiba di Basovizza? Per quanto riguarda specificamente le persone fatte precipitare nella foiba di Basovizza, è stato fatto un calcolo inusuale e impressionante. Tenendo presente la profondità del pozzo prima e dopo la strage, fu rilevata la differenza di una trentina di metri. Lo spazio volumetrico conterrebbe le salme degli infoibati: oltre duemila vittime. Una cifra agghiacciante. Ma anche se fossero la metà, questa rappresenterebbe pur sempre una strage immane... e a guerra finita!

Nel 1980, in seguito all'intervento delle associazioni combattentistiche, patriottiche e dei profughi istriani-fiumani-dalmati, il pozzo di Basovizza e la Foiba n.149 vennero riconosciute quali monumenti d'interesse nazionale. Il sito di Basovizza, sistemato dal comune di Trieste, divenne il memoriale per tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945.

pagine a cura della Lega Nazionale di Trieste e del Comitato Onoranze Martiri delle Foibe"


lunedì 4 febbraio 2013

ODIO E AMO

Ragazzi, si avvicina San Valentino, dunque vi regalo una piccolissima poesia sull'amore, un gioiellino di lirica latina, per latinisti e non :)

ODI ET AMO
QUARE ID FACIAM, FORTASSE REQUIRIS
NESCIO, SED FIERI SENTIO ET EXCRUCIOR.
Catullo - I°sec.a.C.

Traduzione:
Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile;
Non so, ma sento che è questo che accade, e mi tormento.

giovedì 31 gennaio 2013

OGGI SARO' CONTENTO


POESIA DI UN RAGAZZO TROVATA IN UN GHETTO NEL 1941
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento
A che serve essere tristi, a che serve.
Perché soffia un vento cattivo.
Perché dovrei dolermi, oggi del domani.
Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole.
E non vi sarà ragione di tristezza.
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento
E ad ogni amaro giorno dirò
Da domani, sarò triste
Oggi no.

UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE


UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu

lunedì 28 gennaio 2013

PRIMA VENNERO


PRIMA VENNERO

"Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa."

Martin Niemoeller
Pastore evangelico deportato a Dachau

domenica 27 gennaio 2013

I BAMBINI DI TEREZIN

Terezìn, una fortezza vicino a Praga, dal 1942 al 1944 divenne ghetto dell'infanzia. Circa 15.000 bambini rinchiusi, strappati ai loro genitori, e sottoposti a un brutale regime di vita. Da Terezin furono poi deportati ad Auschwit e qui avvelenati o bruciati. Al momento della liberazione solo n centinaio di bambini erano sopravvissuti. Ci sono rimasti 4000 disegni e 66 poesie di quei bambini, ora esposti in un museo di Praga.


AUSCHWITZ - GUCCINI

Un omaggio del cantautore Francesco Guccini ai bambini morti ad Auschwitz

SHOA, CHE COSA FU

Oggi è la Giornata della Memoria: il 27 gennaio del 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz e fu noto a tutto il mondo quanto era accaduto fino a quel momento. Questa è una brevissima sintesi di come nacque e come si sviluppò il progetto di Hitler


martedì 22 gennaio 2013

RADICE; TEMA; DESINENZA IN LATINO


                                  RADICE – TEMA - DESINENZA

La radice è la parte comune di tante parole di significato diverso ma che risalgono ad una medesima origine, e che creano dunque una “famiglia”.
Per esempio la radice LAUD  ha dato luogo a varie parole:
1) Laus, laudis (la lode). Il nominativo LAUS viene da LAUDS, forma in cui cade la D.
Laudo  (io lodo)
Laudator (colui che loda)
Laudavi (io lodai)
Significato generale comune a tutta questa famiglia di derivati: lodare, apprezzare

2) La radice AM ha dato luogo a tutte queste parole:
amicus (l’amico)
amor (l’amore)
amare (verbo amare)
amicitia (l’amicizia)
Significato generale comune a tutta questa famiglia di derivati: affetto, legame, piacevolezza di relazione
Il modo migliore di imparare una lingua antica è quello di raggruppare insiemi di parole per  radici, perché, anche se non si conosce il significato delle parole, riconoscere la radice aiuta a capire a che campo semantico appartengono e quindi a ricostruirne il significato.


In che modo da una radice si creano poi le varie parole che a quella radice fanno capo? 
Creando vari TEMI
1) Se alla radice AM, aggiungo il suffisso -IC e la desinenza –US ottengo AMICUS
Quindi AMICUS = AM+IC+US
2) Invece se alla radice AM aggiungo il suffisso –IC già presente in “amicus”, e poi il suffisso –ITI e la desinenza A, ottengo AMICITIA
Quindi AMICITIA = AM+IC+ITI+A
Questi suffissi che vengono aggiunti alle radici per creare parole più lunghe e che restano comuni a queste parole, sono i TEMI

Per riassumere:  la parte che rimane invariata in tutte le parole che appartengono alla medesima famiglia si chiama RADICE (per esempio “AM” vista sopra)
La parte che rimane invariata in una parola lungo tutti i cambiamenti che questa parola ha nelle sue diverse variazioni si chiama TEMA (per esempio “AMIC” vista sopra)

Per creare temi nuovi, possiamo aggiungere alla radice suffissi (come in AM-IC) o anche solo una vocale.
ES: radice LAUD+vocale tematica A = LAUDA che è il tema del verbo “laudare”
ES: radice FACI +vocale tematica E = FACIE che è il tema della parola di quinta declinazione “facies, faciei”

DESINENZE
Le ultime lettera delle parole sono la parte mobile, quella che si modifica a seconda della sua funzione logica: non caratterizzano il significato profondo della famiglia cui appartengono, ma specificano solo il genere, il numero, il tempo verbale, ecc…la funzione logica che assumono quelle parole nel contesto di una frase.
Questa è la DESINENZA, dal latino “desinere = finire”


CONCLUSIONE
1) Nella parola LAUDAVI (io lodai = passato remoto) ho laud-a-vi :
LAUD  (radice) + A  (vocale tematica) + VI (desinenza che indica la 1^ persona singolare del passato remoto.)

2) Oppure, in POETAM (il poeta, accusativo di 1^declinazione) ho poet-a-m :
POET (radice) + A (vocale tematica) + M (desinenza dell’accusativo singolare di 1^ declinazione)

3) In AMICUS (l’amico, nominativo singolare di 2^declinazione) ho am-ic-us
AM (radice) + IC (suffisso tematico) + US (desinenza del nominativo singolare di 2^declinazione)



giovedì 17 gennaio 2013

LA DERIVA DEI CONTINENTI

...Per chi non avesse chiaro Wegener e il fenomeno della deriva dei continenti, questa spiegazione è imbattibile!!!!!


martedì 15 gennaio 2013

SHARBAT-LA RAGAZZA AFGHANA

Forse Laila di Mille splendidi soli era così?



La luce era morbida. Il campo profughi in Pakistan era un mare di tende. All' interno della tenda scuola fu la prima bambina ad essere notata. Percependo la sua timidezza, il fotoreporter Steve McCurry si avvicinò a lei, e solo all'ultimo momento le chiese se poteva scattare la foto. McCurry ricorda ancora la sua espressione. Quell'uomo era uno sconosciuto, e lei non era mai stata fotografata prima. E non lo sarà fino al successivo incontro, 17 anni dopo. Sharbat Gula non è stata più fotografata. Chi non ricorda i suoi disarmanti occhi verdi, spalancati, in quell'espressione mista tra paura, mistero, rabbia e voglia di riscatto?
"Non pensavo che la fotografia della ragazza sarebbe stata diversa da qualsiasi altra cosa che ho scattato quel giorno", dice McCurry, ricordando quella mattina del 1984, passata a documentare il calvario dei profughi dell'Afghanistan. Il ritratto di McCurry si rivelò essere una di quelle immagini che colpiscono al cuore, e nel giugno del 1985, fu stampata sulla copertina della rivista National Geographic. Quegli occhi sono di colore verde mare. In essi è possibile leggere la tragedia di una terra prosciugata dalla guerra, e sono divenuti noti in tutto il mondo grazie alla National Geographic come gli occhi della "ragazza afghana". Per 17 anni nessuno ha conosciuto il suo nome.
Nel mese di gennaio del 2002 il team della National Geographic e McCurry tornarono in Pakistan per cercare la ragazza dagli occhi verdi. Mostrarono l'immagine intorno a Nasir Bagh, il campo profughi ancora in piedi vicino a Peshawar, dove la fotografia era stata fatta. 

Quando la vide entrare nella stanza, pensò tra sé e sé: "E' lei". Il suo nome è Sharbat Gula, ed è pashtun, una tra le più note tribù guerriere afghane.
37-38 anni oggi.  "Ha avuto una vita difficile", ha detto McCurry. Consideriamo la situazione: ventitré anni di guerra, 1,5 milioni di morti, 3,5 milioni di rifugiati. Questa è la storia dell'Afghanistan dell'ultimo quarto di secolo o forse più, e nonostante adesso siamo nel 2009 non sembra che le cose siano cambiate. Dall’età di 13 anni Sharbat iniziò a vivere l'esistenza appartata seguita da molte donne islamiche fino alla fine della pubertà.
Ecco il resoconto nudo della sua giornata tipo. Si alza prima dell'alba e prega. Va a prendere l'acqua dal ruscello. cucina, pulisce, fa il bucato. Si prende cura dei suoi figli, sono al centro della sua vita. Robina ha 13 anni, Zahida ne ha 3, Alia è l'unico maschio. Una quarta figlia morì in tenera età. Sharbat non ha mai conosciuto un giorno felice, dice suo fratello, tranne forse il giorno del suo matrimonio. Suo marito, Rahmat Gul, è di costituzione leggera, con un sorriso come il bagliore di una lanterna al tramonto. Ricorda di essere sposato con lei da quando aveva 16 anni, con un unione combinata.
"Le donne spariscono in pubblico", dice lei. Per strada si indossa un burka color prugna, che mura le donne dall'esterno, dagli occhi di uomini diversi dai mariti. "E' una cosa bella da indossare, non una maledizione".
Infine, di fronte alle domande, si ritirò nello scialle nero avvolto intorno al viso, come se così facendo avesse potuto sparire lei stessa. 
Non era sua abitudine sottoporsi alle domande degli stranieri.
Vi riportiamo uno stralcio dell'intervista che fu accordata dalla donna alla National Geographic quel giorno del 2002.
D:"Avevi mai visto la fotografia di te stessa da ragazza?"
R:"No."
D:"Puoi scrivere il tuo nome, ma non puoi leggere. Porti con te la speranza di istruzione per i tuoi figli?"
R:"Voglio che le mie figlie abbiano competenze, io volevo finire la scuola, ma non potevo. Mi è dispiaciuto quando ho dovuto lasciare." E' forse troppo tardi per la figlia di 13 anni, forse le due figlie più giovani hanno ancora una possibilità. 

AMORE E PSICHE


LA MERAVIGLIOSA STORIA DI EROS E PSICHE (L’anima e l’amore) di Apuleio
                                   INTRODUZIONE

Amore e Psiche è una bellissima fiaba di formazione ricca di significati simbolici.
Il primo, e il più comprensibile, è che la mente non può comprendere fino in fondo l’amore, l’amore è sempre costituito da un mistero che è impossibile scoprire e spiegare. Perché ci si ama? Perché amo LUI e non un altro? Posso motivare il mio amore in tanti modi, ma, alla fine, il legame che si sente per quell'unica persona ha qualcosa che sfugge alla razionalità...E l'amore non tollera di essere troppo analizzato

Il secondo significo è più complesso: l’anima (la mente) non ha senso fine a se stessa, deve essere unita all'amore per spingersi verso l’eternità da cui proviene. L’uomo non è frutto del caso e la sua anima (Psiche in greco) è fatta per la felicità, per l’amore eterno, si nutre di un desiderio mai sazio che i greci lo chiamavano Eros. L'anima è una scheggia di Dio nell'uomo.

LA STORIA
Psiche era una principessa e aveva due sorelle. Tutte e tre erano bellissime, ma Psiche di più; sembrava una dea e nessuno voleva sposarla perché la sua bellezza incuteva timore. Troppa bellezza fa male agli occhi.
Il padre consultò un oracolo che presagì un mostro orribile come marito, dato che la bellezza straordinaria della fanciulla era giunta alle orecchie di Venere e l'aveva fatta infuriare.
Il padre allora, per liberarsi di lei, la agghindò da sposa, venne esposta su una roccia e lì lasciata sola.
Ma un vento dolce la rapì, trasportandola su un verde prato.
Era il giardino di un palazzo magnifico, le cui porte si aprivano al suo passaggio e voci di invisibili servitori si mettevano al suo servizio. Di stupore in stupore passò la prima giornata. Giunta la sera avvertì una presenza: era il marito della profezia; non lo poteva vedere, ma il suo affetto e calore non le sembrarono affatto mostruosi. Lui non le disse chi fosse e l’avvertì di non tentare di scoprirlo, altrimenti l’avrebbe perduto per sempre. Passarono insieme notti di passione finché un giorno la nostalgia di casa si fece sentire.
Così, dopo molte insistenze, il marito concesse a Psiche di uscire dal palazzo per andare a trovare i suoi cari. Quando le sorelle sposate la rividero, innamorata e felice, portare loro doni magnifici, provarono gelosia e la spinsero a disobbedire all'ordine e a scoprire chi fosse il marito, insinuando cose spaventose.
Così avvenne che rientrata a palazzo, la notte dopo cedette alla tentazione e, piano piano, mentre il suo amato Eros dormiva accanto a lei, prese una lampada ad olio e avvicinò la sua fioca luce al volto dell'amato. Scoprì così che, al suo fianco, dormiva un bellissimo adolescente, dalla bellezza indescrivibile e un sorriso dolcissimo.
La mano le tremò dall'emozione e una goccia d’olio bollente cadde su di lui. Amore si svegliò e fuggì via, offeso, per sempre.


Amore e Psiche - opera di Canova

LASCIARONO MORIRE SOTTO IL SOLE UN LORO OPERAIO - ricordate il film "La promesse"?


Lasciarono morire sotto il sole un loro operaio, Condannati marito e moglie
I DUE IMPRENDITORI AGRICOLI DEL MANTOVANO SONO STATI RICONOSCIUTI COLPEVOLI DI OMICIDIO VOLONTARIO

MILANO - La corte d'appello ha condannato rispettivamente a 17 anni e 9 mesi e a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario gli imprenditori agricoli Mario Costa, 50 anni, e Claudia Avanzi, 48 anni, marito e moglie residenti a Salina (Mantova), che nel 2008 lasciarono morire sotto il sole un loro operaio, impiegato nella raccolta dei meloni. La corte d'appello si è espressa dopo che due anni fa la Cassazione, su ricorso del procuratore capo di Mantova Antonino Condorelli, annullò la precedente condanna, emessa dalla corte d'appello di Brescia, a 4 anni e 9 mesi inflitta a Costa per abbandono di incapace e impiego di manodopera irregolare, e l'assoluzione per la moglie, ordinando un nuovo processo in corte d'appello a Milano.
OMICIDIO VOLONTARIO - Con il rito abbreviato lo scorso 18 dicembre, ma la notizia è stata resa nota solo venerdì dall'avvocato, i due coniugi sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio volontario. Il legale attende il deposito della sentenza entro metà febbraio, dopodichè deciderà se ricorrere o meno in Cassazione. Marito e moglie, per il momento, restano a piede libero. Il fatto risale al 27 giugno 2008 quando Vijai Kumar, 44 anni, indiano, in una giornata particolarmente torrida, si sentì male sotto il sole mentre stava lavorando in un campo di proprietà dei coniugi Costa. I due imprenditori ordinarono ad altri braccianti di spostare l'uomo in un altro appezzamento vicino dove, poi, fu trovato cadavere. Secondo i giudici marito e moglie, se avessero chiamato un'ambulanza, il giovane si sarebbe salvato. Invece, l'hanno lasciato morire.
Redazione Milano online
12 gennaio 2013

lunedì 14 gennaio 2013

MESSAGGIO DI BENVENUTO


Ciao ragazzi,
ho creato questo blog per per non lasciare al vento quello che vi racconto, le mie chiacchiere  i riferimenti a tante cose che non si riescono mai a fare da cima a fondo insieme...
Metterò anche aforismi, film o libri consigliati, articoli di giornale curiosi, divertenti o attinenti a quello su cui lavoriamo.
Insomma, non solo argomenti scolastici!
Partecipate, lasciate commenti, fate le vostre riflessioni, interagite insomma, e proponete anche voi come migliorarlo.
Vorrei anche aggiungere una sezione in cui lasciare scritti gli HOMEWORK per  chi è stato assente, e uno spazio in cui fare domande...
Intanto trovate i video sulla Prima Guerra Mondiale visti insieme sulla LIM: canzoni, documentari, spezzoni del film "Uomini contro" di cui vi parlavo, e che chissà che non riesca a farvi vedere per intero...

giovedì 10 gennaio 2013

ENRICO RUGGERI - lettera dal fronte (Ta-pum).avi

Enrico Ruggeri l'ha scritta rimaneggiando le lettere dello zio, scritte dal fronte. E così rappresenta un po' tutte le lettere che hanno scritto i soldati dalle trincee di Italia (dell'Austria, della Francia, della Russia...tutti i ragazzi sono uguali)


GLI ALTOPIANI DI ASIAGO - breve documentario

LA GUERRA IN TRINCEA - breve documentario

GIUSEPPE UNGARETTI - poesie sulla guerra

LA DECIMAZIONE

CANZONE: La leggenda del Piave con testo