giovedì 21 febbraio 2013

NOAH KANTMAN - UNA ROSA PARKS DI OGGI


Oh beh, e si pensa che i tempi di Rosa Parks siano "storia" e che l'apartheid contro le donne sia per lo più di stampo islamico e afghano...!!

DAL CORRIERE DELLA SERA
riduzione da un articolo di di Elisabetta Rosaspina
n.d.p. = nota della prof

“Vattene in fondo, stai guastando la purezza di questo bus”...

Rosa Parks ha molte seguaci in Israele. E come Rosa, la prima afroamericana che rifiutò, 58 anni fa, di cedere il suo posto in autobus a un bianco (e finì per questo in carcere) in Alabama, le sue emule (n.d.p.: imitatrici) in Terra Santa (ndp: Israele) non hanno vita facile. Ma a finire arrestato, anche se solamente per qualche ora, questa volta è stato l’uomo, un religioso ultra-ortodosso che qualche giorno fa ha cercato in tutti i modi di ricacciare una 22enne israeliana in fondo all'autobus, per preservare la “purezza” dei sedili riservati agli uomini.

La storia, così come la racconta il quotidiano Maariv, non è inusuale, ma provoca sempre più reazioni contro l’integralismo, e non solo da parte delle femministe.

Noah Kantman, che tra l’altro non è una ragazza laica, ma si considera religiosa e osservante, è salita sul bus della linea 985, che collega Safad, in Galilea, ad Ashdod, sul Mediterraneo, con un viaggio di circa tre ore e mezzo. Un incubo dal principio alla fine, per Noah, che ha osato sedersi nella parte anteriore del pullman, considerata dagli ultra-ortodossi di uso strettamente maschile. Noah non l’ha fatto per provocazione e, alle prime rimostranze dei vicini, ha replicato cercando di spiegare che in quella posizione soffriva meno il mal d’auto che in fondo al mezzo.

Invano. Il coro di riprovazione è salito di tono: c’era chi invitava gli astanti (n.d.p.: i presenti) alla preghiera per contrastare la presenza impura della ragazza, quasi a contatto di gomito con il sesso opposto; e chi seriamente consigliava a voce alta i compagni di viaggio di non guardarla, per evitare di contaminarsi. Alla fermata prevista per permettere ai passeggeri di sgranchirsi un po’ le gambe, qualcuno ha poggiato sul sedile di Noah un biglietto anonimo che diceva più o meno:

“Vattene in fondo, stai guastando la purezza di questo bus”.

E la giovane donna ha deciso che era stato passato il segno. Qualche voce femminile si era alzata dal retro per dire che quella era un’imposizione religiosa, senza valore sui mezzi pubblici; insomma, una prepotenza. Ma Noah voleva far valere i suoi diritti fino in fondo: così ha telefonato alla sorella per chiederle di avvertire la polizia. E al capolinea, le forze dell’ordine erano lì, ad aspettare quella litigiosa comitiva.

L’uomo che si era scagliato con maggior veemenza contro Noah durante il viaggio, si è difeso dicendo che non intendeva aggredirla, ma solamente invitarla al rispetto dei precetti, il che non è bastato a evitargli qualche ora di spiegazioni alla stazione di polizia. Mentre la compagnia dei trasporti Egged ha ammesso il suo rincrescimento per l’accaduto e per il fatto che l’autista non fosse intervenuto in difesa della passeggera vilipesa.

Anche nelle città a maggiore densità ortodossa, l’ ”apartheid” nei confronti delle donne comincia a essere sempre meno tollerato. Poco più di un anno fa, la comunità si era mossa in difesa di una bimba di sette anni, i cui abitini dalle maniche corte erano stati considerati un oltraggio al pudore ultra-ortodosso; ed erano state organizzate manifestazioni di protesta contro l’integralismo dominante. Ora un gruppo di donne, che condivide e pratica le disposizioni religiose sulla “modestia” nell'abbigliamento  ha deciso di reagire agli eccessi, come la segnaletica stradale (fuori legge in Israele) che impone alle passanti di utilizzare i marciapiedi opposti a quelli dei passanti.

Per farla finita, hanno deciso di far causa al Comune e di chiedere un risarcimento economico, anche lui “modesto”, ma significativo: ogni abuso ha un prezzo.



Nessun commento:

Posta un commento