giovedì 21 marzo 2013

MALALA TORNA A SCUOLA DOPO UN ATTACCO TALEBANO


Il primo giorno di scuola di Malala (dalla rivista Vanity Fair)
La ragazzina pakistana, sopravvissuta a un attentato talebano, ritorna sui banchi dopo l'operazione alla testa
di Francesca Bussi

Il giorno più importante della sua vita. Così Malala Yousafzai, la quindicenne pakistana aggredita dai talebani perché difendeva i diritti delle donne, ha descritto il suo ritorno a scuola. Settimane dopo aver lasciato l'ospedale inglese, dove le hanno estratto le pallottole che le avevano sparato alla testa e le hanno ricostruito il cranio, è tornata tra i banchi, a Birmingham.

Per lei, che nel suo Paese si batteva per il diritto di tutte le bambine allo studio, è una gioia incredibile. «Sono così eccitata, oggi ho realizzato il mio sogno. Voglio che tutte le ragazze del mondo abbiano questa opportunità», ha spiegato Malala, che quest'anno è tra i candidati al Nobel per la pace.

Zaino rosa in spalla, accompagnata dal papà Ziauddin, ha cominciato la Edgbaston High School, un liceo al femminile poco distante dall'ospedale: «Mi mancano tanto le compagne di scuola che avevo in Pakistan, ma non vedo l'ora di farmi nuovi amici qui a Birmingham».

A ottobre, i talebani avevano pensato di uccidere Malala, e dare così un esempio a tutte le altre ragazze «troppo moderne». Mentre aspettava un autobus per andare a scuola, nella valle di Swat, l’inferno di cui ha raccontato le crudeltà in un diario per la Bbc che nel 2009 l’ha resa famosa a soli 11 anni, l'hanno crivellata di colpi. Perché difendeva i diritti dei minori, delle bambine, e denunciava gli estremisti islamici. 

Ma lei è sopravvissuta, e, anche se oggi è costretta a vivere lontano da casa sua, ha vinto. Perché è diventata una testimonianza vivente che è giusto non solo sognare, ma trasformare quei sogni in realtà.

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